HomeCinemaThe Walking Dead: cosa sei disposto a fare per sopravvivere?

The Walking Dead: cosa sei disposto a fare per sopravvivere?

The Walking Dead era già un successo. Un’apprezzata storia a fumetti ideata da Robert Kirkman e pubblicata a partire dal 2003. Ma con l’arrivo della serie tv che il network AMC ne ha tratto, sotto la supervisione dello stesso Kirkman, è diventato un fenomeno di culto.

Kirkman ha avuto una possibilità unica: esplorare nuove direzioni per i suoi personaggi e la sua storia, differenziando fumetto e serie tv in modo da offrire a lettori e telespettatori nuovi punti di vista, nuovi personaggi, nuovi colpi di scena. Ma la sostanza che ha fatto la fortuna del fumetto non è cambiata: The Walking Dead non è (solo) una storia di zombie. È una riflessione sulla natura umana: fin dove può spingersi l’uomo, quando si tratta di sopravvivere?

Kirkman ce lo dice chiaramente: ciascuno di noi ha un lato oscuro. Il protagonista della storia, Rick Grimes, ci viene presentato come un “bravo ragazzo”: è un vicesceriffo, rappresentante di quell’autorità alla quale il mondo di prima si rivolgeva in caso di necessità. Ma il mondo di prima non esiste più, e anche Rick deve accettarlo. Impara, sotto i nostri occhi e come nostra guida sullo schermo, a ridefinire i limiti, a riscrivere le regole, a spostare i confini morali. Episodio dopo episodio, stagione dopo stagione, il bravo ragazzo non esiste più. Al suo posto c’è un leader, un uomo determinato a sopravvivere e a tenere al sicuro la sua famiglia. Suo figlio, sua moglie e i sopravvissuti che guida alla ricerca di un rifugio sicuro in cui ricostruire una parvenza di quotidianità. Ammesso che sia possibile.

Perché la questione, qui, è complessa. La ricerca di una routine che impedisca di perdere la ragione di fronte ai morti che si risvegliano e ti danno la caccia si scontra con il rischio di rimanere ancorati a una realtà, o meglio a un ideale di realtà, che non esiste più.

La quinta stagione di The Walking Dead, attualmente in onda su FOX a ventiquattro ore di distanza dalla messa in onda negli Usa su AMC, insiste particolarmente su questo punto: chi aspetta che il mondo torni “come prima” è spacciato. Chi accetta che le cose sono cambiate, e che bisogna cambiare di conseguenza, sopravvive.

The Walking Dead è un dramma umano mascherato da horror. Trasforma l’orrore più spaventoso – la sovversione dell’ordine naturale e dell’unica certezza nella vita dell’uomo, la morte – nel miglior mezzo per indagare l’animo di personaggi complessi, che ci spingono continuamente a chiederci: cosa avrei fatto, io, al loro posto?

La ragione del successo di The Walking Dead sta tutta qui, nella sfida morale posta ai personaggi e ai telespettatori. Una sfida che mentre ci mostra il vero pericolo del mondo post-apocalisse – ovvero l’uomo, molto più che gli zombie – amplia il proprio campionario di orrori partoriti da una mente umana sempre più turbata da ciò che ha dovuto fare per restare in vita.

Ogni volta che s’imbatte in un nuovo sopravvissuto, Rick Grimes gli chiede: “Quanti zombie hai ucciso? Quante persone? Perché?”. Per restare vivi in un mondo dominato dalla morte, in cui la tecnologia non esiste più e l’uomo deve imparare a fare affidamento solo sulle proprie forze e sul proprio ingegno, è impossibile evitare di eliminare dei morti viventi, ma anche delle persone. Rick dà per scontato che chiunque si trovi davanti, da un certo punto della storia in poi, abbia fatto il necessario per sopravvivere: uccidere il nemico. Cioè gli zombie, macchine di morte senza morale che agiscono per puro istinto, e gli uomini, infidi cacciatori pronti a tutto pur di avere la meglio. Il punto, quindi, non è più “se uccidere”: è “perché uccidere”. In un gioco delle parti che coinvolge, emoziona, spaventa e fa riflettere, Kirkman e gli autori della serie tv ci parlano di noi. Di qualcosa che ci spaventa più della morte: quella parte di noi che di fronte alla fine del mondo ci spingerebbe a fare qualsiasi cosa pur di sopravvivere. Qualsiasi cosa.

Chiara Poli

RELATED ARTICLES

Most Popular

CATEGORIE

TAG