Sono solo immagini
Se ne parlano vuol dire che funziona. Il volto della Venere di Botticelli impiantata sul corpo di una modella/influencer presa da un’immagine di stock non ha target: risponde solo a un’idea di mercato vecchia, a una visione da boomer dell’Italia e forse alle follie di una ministra che l’ultimo Stargate elettorale ha riportato sulla terra, assieme ad altri illustri mostri.
Nessuno studente fuori corso oserebbe portare un simile progetto alla laurea triennale, però per il Ministero va più che bene. Ci concentriamo sulle immagini, ma a nessuno interessano. Nessun redneck del Wyoming o oligarca russo verrà in Italia spinto dalla promessa di una margherita con limoni sul Lago di Como o di un giro in bici attorno al Colosseo svuotato (nemmeno loro sono così ingenui). Queste immagini nascono come paratesti, come istant-meme che nessun maestro mematore potrà eguagliare, come (armando) testa d’ariete per fare breccia nel dibattito pubblico. Servono da eco per l’ego di chi le ha create, per quelli che “erano più di 500 anni che non si parlava di lei [la Venere] così tanto”, che magari ci credono pure ma, anche se non fosse, sanno benissimo che se se ne parla, vuol dire che se ne parla. E (tanto) basta.
In una delle sequenze più riuscite di Il sol dell’avvenire, Nanni Moretti ferma il set di un thriller spazzatura, chiamando in aiuto amici intellettuali e autori, per spiegare a un giovane regista che la sua messa in scena depotenzia le immagini, che quello che sta mostrando è solo un’esecuzione, un atto gratuito e violento che non racconta niente; dopo otto ore si arrende e, andandosene sconsolato, lascia che la scena venga girata, però sullo sfondo, fuori fuoco, senza vedere sangue né pistola.
Le parole, un tempo importanti, ora sono solo parole, mentre il discorso sulle immagini sta entrando in un’epoca di insperata espansione e dibattito, Welcome to Meraviglia escluso.
P.S: dopo anni di silenzio, CarnageNews è tornato!
